Dal 21-25 Settembre 2009, AtelierFORTE in collaborazione con NABA Stefano Mirti e Michele Aquila, Nuova Accademia di Belle Arti (Milano) e House of Design (Hällefors, Svezia) ha partecipato con l´opera Drakkar Yggdrasill al workshop internazionale di Emergency Housing. DVILIVS, Andrea Galbiati, Massimo Todini, Anna Linda De Rosa, Domenico Rocca, Elisa Cucchetto, Mario D´Aquino, Fabio Don, Francesco Mele, Elisa Pistone, Cleofe Ragusa, Simone Rigamonti, Matteo Sangalli, Michele Sterchele, Erika Zorzi. Si ringraziano Lars Wieselgren e Johan Karlsson.
L’esperienza pluriennale (settima edizione) di StugaProject – AtelierFORTE, ha permesso di dare un contributo innovativo al tema dell’Emergency Housing, con particolare attenzione a quegli aspetti che normalmente vengono considerati secondari ma in realtà rappresentano l’essenza stessa della vita comunitaria e delle aggregazioni umane. Per questo il progetto si è concretizzato con l’opera Drakkar Yggdrasill una nave simbolica che rappresenta l’energia del gruppo umano pronto a salpare e a immergersi quindi in una nuova vita. Emergenza allora come possibilità di emergere dalla normalità, occasione per sviluppare uno spirito comunitario finalizzato alla possibilità di ricostruire una propria identità.
Lo spirito del progetto ArkiZoico, col suo approccio pratico, il privilegio del metodo euristico ed il legame con la natura e la tradizione, contribuisce come esempio a dare anima e significato alle vite di coloro che sono travolti da una situazione di emergenza. Verba docent exempla trahunt, così attraverso l’esempio si stimola a prendere in mano la propria quotidianità a esaltarne il carattere epico e a renderla più che mai motore della costruzione, sia spirituale che fisica, della propria identità. |
Many years of experience (seventh edition), StugaProject – AtelierFORTE, make an innovative contribution to the theme of Emergency Housing, with particular attention to those aspects that are usually considered secondary but in fact represent the essence of community life and human aggregations. The project was implemented by the work Drakkar Yggdrasill a symbolic ship that represents the energy of the group of people ready to set sail and then go into a new life. Emergency is emerging from normality, a chance to develop a community and reconstruct a identity.
The spirit of the ArkiZoic project, with its practical approach, the privilege of heuristic method and its link with nature and tradition, help to give meaning to the lives in an emergency situation. Verba docent exempla trahunt, we help to build a new life and identity by examples.
- ESADSE – Ecole Supérieure d’Art et Design de Saint-Etienne , Saint Etienne, France
- KTH – Royal Institute of Technology, Stockholm, Sweden
- NABA Academy, Milan, Italy
- Växjö University, Växjö, Sweden
- Karlstad University, Karlstad, Sweden
- AtelierFORTE, Milano, Italy
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DRAKKAR
Un drakkar (conosciuta in italiano anche come barcaccia vichinga) è un’imbarcazione usata principalmente dai vichinghi e dai sassoni per scopi militari durante il Medioevo, e per compiere viaggi esplorativi in Islanda e Groenlandia. Lo sviluppo del design tipico di queste navi fu il risultato di un’evoluzione durata secoli, che giunse alla forma più comunemente conosciuta intorno al nono secolo. In Norvegia i drakkar furono usate fino al quindicesimo secolo.
Il drakkar è caratterizzato da una forma lunga (in media, attorno ai 25 metri), stretta e slanciata, e da un pescaggio particolarmente poco profondo. Queste caratteristiche conferiscono all’imbarcazione una grande velocità e le consentono di navigare in acque di un solo metro di profondità, permettendo di avvicinarsi molto alla riva, e rendendo così gli sbarchi velocissimi. Un altro vantaggio di queste imbarcazioni deriva dalla loro simmetria: la particolare forma del drakkar consente infatti una inversione rapidissima. Alcune versioni più tarde del design includono una vela rettangolare montata su un unico albero.
Da Wikiedia
YGGDRASILL
Secondo Völuspá è un frassino (norreno askr); secondo Rodolfo di Fulda, monaco benedettino del IX secolo, che lo denomina come Irminsul[1] è invece un tasso o una quercia, (alberi comunque sacri presso i popoli del Nord Europa); il suo nome significa con ogni probabilità “cavallo di Yggr”, dove “cavallo” è metafora per “forca”, “patibolo”, mentre Yggr è uno dei tanti nomi di Óðinn. Il riferimento è al mito secondo cui Óðinn, alla ricerca della sapienza superiore, rimase appeso per nove giorni e nove notti all’albero cosmico, sacrificando così “se stesso a se stesso”.
Il frassino Yggdrasill sorregge con i suoi rami i nove mondi, nati dal sacrificio di Ymir. Questi mondi sono: Ásaheimr, mondo degli Æsir, Álfheimr, mondo degli elfi, Miðgarðr, mondo degli uomini, Jötunheimr, mondo dei giganti (Jötunn), Vanaheimr, mondo dei Vanir, Niflheimr, mondo del gelo (o della nebbia secondo altre versioni), Múspellsheimr, mondo del fuoco, Svartálfaheimr, mondo degli elfi oscuri e dei nani ed Hel, mondo dei morti. Questi nove mondi costituiscono l’intero universo.
Immenso, Yggdrasill sprofonda sin nel regno infero, mentre i suoi rami sostengono l’intera volta celeste.
Secondo lo Grímnismál poggia su tre radici: una, secondo Snorri Sturluson, va verso il cielo degli Dèi (Æsir) ovvero verso Ásaheimr dove, nei pressi della fonte detta di Urðr si trovano le tre Nornir[2]; un’altra verso lo Jötunheimar dove vivono i giganti(Jötunn); la terza radice raggiunge il Niflheimr dove la vacca Auðhumla nutre con il suo latte il gigante Ymir, l’Uomo Primordiale. Da quest’ultima radice nasce la fonte detta Hvergelmir (Pozzo risonante), da cui si dipartono tutti i fiumi del mondo.
Oltre a questa, alle radici di Yggdrasill vi sono altre due fonti: quella Mímir (Mímirbrunnr, Fonte di Mímir), situata nel mondo dei giganti, cela la sapienza e dove, per potervi bere, Óðinn dovette cedere uno dei suoi occhi che da allora è conservato nella fonte stessa; la seconda fonte è quella di Urðr (Urðrbrunnr, Fonte di Urðr o Fonte del Destino), situata nel mondo degli Æsir e da dove le tre Nornir, tessendo il destino (Urðr, germanico: Gaefa) attingono argilla bianca e acqua fresca con cui cospargono il tronco di Yggdrasill, per impedire che si secchi e muoia.
Da Wikipedia |
DRAKKAR
Long-ships were ships made and used by the Vikings to raid coastal and inland settlements during Viking time. The vessels were also used for long distance trade and commerce, and for exploratory voyages to Iceland, Greenland, throughout the mediterranean etc. Longship design evolved over several centuries and was fully developed by about the 9th century. The character and appearance of these ships have been reflected in Scandinavian boat-building traditions until today. The average speed of viking ships varied from ship to ship but lay in the range of 5-10 Knots and the maximal speed of a longship under favorable conditions was around 15 Knots.
From Wikipedia
YGGDRASILL
In Norse mythology, Yggdrasil generally considered to mean “Ygg’s (Odin’s) horse” is the world tree. Yggdrasil is central in Norse cosmology, and around it exists Nine Worlds.
Yggdrasil is attested in the Poetic Edda, compiled in the 13th century from earlier traditional sources; and the Prose Edda, written in the 13th century by Snorri Sturluson. In both sources, Yggdrasil is an immense ash tree that is central and considered very holy. The Æsir go to Yggdrasil daily to hold their courts. The branches of Yggdrasil extend far into the heavens, and the tree is supported by three roots that extend far away into other locations; one to the well Urðarbrunnr in the heavens, one to the spring Hvergelmir, and another to the well Mímisbrunnr. Creatures live within Yggdrasil, including the harts Dáinn, Dvalinn, Duneyrr and Duraþrór, and an unnamed eagle, and the wyrm Níðhöggr.
Scholarly theories have been proposed about the etymology of the name Yggdrasill, the relation to tree and Eurasian shamanic lore, the potential relation to the trees Mímameiðr and Læraðr, and the sacred tree at Uppsala.
From Wikipedia
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