In un contesto di allarme ambientale, determinato dall’attività dell’uomo negli ultimi cento anni, FederlegnoArredo e il Salone del Mobile si interrogano sul modus operandi delle aziende che rappresentano promuovendo comportamenti virtuosi come esempio per l’attività imprenditoriale e industriale a livello planetario.
Vari pensatori si stanno interrogando da decenni sul problema generando teorie che considerano l’ecologia, ovvero l’economia dell’ambiente come parte non separabile dall’economia generale e dalla finanza.
Già Antoine-Laurent de Lavoisier aiutato dalla moglie Marie-Anne nel 1789 nel famoso “Trattato di chimica elementare” enuncia la celebre “legge di conservazione della materia”: “Nulla si perde, nulla si crea”.
Cradle to Cradle 2002
Dalla culla alla culla. Come conciliare tutela dell’ambiente, equità sociale e sviluppo.
William McDonough architetto americano e Michael Braungart chimico tedesco.
L’idea di base è quindi quella di trasferire nell’attività umana i principi dei cicli naturali attraverso il superamento del concetto di rifiuto visto come scarto.
In natura ovviamente non esistono rifiuti, tutto concorre alla creazione di nuova vita in un circolo che si può ripetere indefinitamente. Da qui il concetto di sostenibilità.
Il tema dal punto di vista architettonico (architettura nel suo significato originario di struttura) si sviluppa attraverso un uso consapevole e mirato di materiali naturali, nel creare un organismo perfettamente smontabile, in cui gli elementi costitutivi possono essere riassemblati anche in configurazioni differenti.
Il legno da questo punto di vista risulta essere un’ottimo alleato per la realizzazione di manufatti sostenibili.
Dal punto di vista concettuale-simbolico l’Arca rimanda espressamente alla salvezza e al mito biblico del diluvio universale. Diluvio come punizione nei confronti dell’umanità che viene castigata per i suoi comportamenti.
Il diluvio universale è un tema ricorrente nella storia dei miti, dal diluvio sumerico fino all’epopea di Gilgamesh nella mitologia babilonese. Ma il mito è presente anche nelle culture precolombiane, nell’induismo e nel buddismo.
Quì nasce il parallelo con il pensiero contemporaneo che vede l’uomo come causa del cambiamento climatico e l’analogia con lo scioglimento dei ghiacci polari, causato del riscaldamento globale, che innalza i mari.
L’Arca quindi sia sul piano simbolico che sul piano architettonico-strutturale è una risposta positiva e concreta al problema della tutela ambientale tramite l’uso di materiali naturali e il riciclo di quelli esistenti in un contesto di economia circolare.
La collocazione all’interno del Castello Sforzesco rappresenta una soluzione interessante per l’analogia dei materiali con l’immaginario “ligneo-leonardesco” tipico del restauro di Luca Beltrami. Inoltre l’interessante microclima sonoro che si crea nella piazza d’armi, isolata dal rumore della città, pone l’Arca in una dimensione sospesa nel tempo.
All’interno della struttura verrà proiettato un video evocativo sulla tematica del riciclo e della sostenibilità ambientale. Il video analizza le visioni del nostro futuro spingendo lo spettatore ad una maggiore consapevolezza riguardo i temi ambientali.
Dentro l’Arca tre sculture ci sono tre grandi animali, tre elementi: aria acqua e terra, tre materiali: ferro, legno e plastica e tre animali/ambienti. Un diorama del riciclo.
Gli animali sono i primi a essere influenzati dai cambiamenti climatici indotti dall’attività umana.
Tre elementi e tre ambienti: Acqua (icosaedro): Ambiente Marino, Terra (cubo): Ambiente terrestre, Aria (ottaedro): Ambiente Aereo, secondo la Tetraktis pitagorica.
Tre animali, secondo la classificazione di Linneo.
All’interno della galleria una serie di oggetti appesi al soffitto.
Tre macchine teatrali per simulare i rumori di una tempesta in modo manuale.